L’operatore di Orientamento ricopre un ruolo importante e delicato in un processo di orientamento. Deve accogliere l’utente, ascoltare le sue esigenze e richieste. Esso ha il compito di illustrare e indirizzare l’utente ad un servizio più idoneo fornendo le ultime informazioni riguardo al mondo del lavoro, della formazione e altri servizi collegati. L’operatore di Orientamento, inoltre, con azioni formative e informative, ascolta l’utente e lo accompagna fino al raggiungimento del suo obiettivo.
Chi può fare l’Operatore di Orientamento
Anche se in modo inconsapevole questo ruolo è già svolto in servizi di accoglienza, di sportello o d’informazione in strutture in ambito sociale, formativo e professionale. Ad esempio è il caso di ONLUS, cooperative sociali, segreterie o “job placement” in scuole, università e in enti di formazione. O ancora di informagiovani, centri per l’impiego, centri orientamento al lavoro, società di selezione, di somministrazione, di placement e di outplacement. Per alcuni di questi operatori potrebbe essere necessaria solo una formazione ad hoc anche di tipo non formale.
Quello che realmente conta, oltre ad avere un discreto livello culturale è la predisposizione, l’interesse e la motivazione alla relazione d’aiuto, la pazienza, l’ascolto attivo, l’assenza di pregiudizio, e la volontà di aggiornarsi costantemente.
Anche essere ottimisti è una qualità imprescindibile, ma bisogna anche avere un occhio sempre vigile alla realtà, essere empatici ed avere una buona resilienza. Infine, sarebbe cosa buona il possedere una spiccata creatività e spirito d’iniziativa verso il problem solving.
Che cosa fa l’Operatore di Orientamento
L’Operatore d’Orientamento, nell’accogliere il cliente attraverso un colloquio, sia in presenza sia tramite piattaforma digital, prende atto dello stato della persona che ha di fronte comprendendone i bisogni. Dai primi scambi di battute l’Orientatore deve capire se il cliente ha necessità di sole informazioni, oppure ha la necessità di essere indirizzato verso servizi più appropriati o magari a un percorso di orientamento professionale/formativo.
Altro compito importante dell’operatore d’orientamento è supportare l’utente. Questo può farlo con informazioni e/o attraverso azioni programmate, al raggiungimento del suo obiettivo professionale e formativo. Non tutte le strutture dedicate all’accoglienza e all’orientamento dei servizi per l’impiego e per la formazione sono organizzate a svolgere questa funzione. É e sarà sempre più importante, nel futuro prossimo, cercare di colmare questa mancanza, formando adeguatamente le persone che andranno a ricoprire il ruolo di Orientatori.
L’operatore d’Orientamento, quindi, ha il compito di fornire informazioni aggiornate e attendibili in merito alle opportunità di studio, occupazione, mercato del lavoro/formazione e delle norme formali/non formali che lo regolano.
Pertanto, l’operatore d’Orientamento deve costantemente mantenersi aggiornato raccogliendo, selezionando ed organizzando tutte le informazioni concernenti il mondo del lavoro e della formazione. Opportunità di studio, di formazione professionale, di lavoro o formazione in azienda, sul funzionamento del mercato del lavoro e della formazione, di ricerca del lavoro e di altri servizi offerti, sia nell’ambito del proprio territorio che a livello nazionale se non europeo.
Si può apprendere?
Sì, si può apprendere. Questo grazie all’interesse e alla motivazione, riconoscendosi l’attitudine nel saper e voler aiutare il prossimo, rispettandolo nella sua unicità. Non ultimo, è fondamentale la voglia di aggiornarsi continuamente tramite qualsiasi mezzo disponibile, sia online, sia cartaceo, sia in presenza tramite magari corsi di formazione appositi.
Le competenze
L’Operatore d’Orientamento, come abbiamo già detto, deve avere una discreta cultura generale. Nel delicato ruolo che svolge, è bene che abbia conoscenze di base in abito di economia, diritto, comunicazione, formazione, educazione e conoscenze specifiche riguardo agli ordinamenti scolastici, sistemi d’istruzione e formazione pubblici e privati, del mercato del lavoro/formazione, forme contrattuali e agevolazioni all’occupazione, dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Deve essere una persona ordinata, precisa e paziente, in grado di comprendere e monitorare il percorso orientativo dell’utente per accompagnarlo, con informazioni ed eventuali rinvii ad altri servizi, al raggiungimento dell’obiettivo professionale/formativo verificando che i passi organizzati nel suo “piano d’azione individuale” siano seguiti regolarmente, quindi, deve sapere cosa è un bilancio delle competenze e come si struttura un “obiettivo ben formato”.
L’Operatore d’Orientamento deve avere buone capacità relazionali, di comunicazione e di empatia, in modo da trasferire efficacemente informazioni e competenze orientative aggiornate e attendibili, mirate alle diverse tipologie di utenza.
Deve essere in grado di assistere il cliente nella compilazione della modulistica, auto dichiarazioni ed altri atti amministrativi e non. L’operatore d’orientamento ha anche il compito di sapere come si sviluppa un network di persone, come si procede attivamente nella ricerca delle informazioni per il lavoro e la formazione, come si svolge un processo di selezione. Infine, deve saper come si struttura un curriculum, una lettera di presentazione o di ringraziamento.
Completano il profilo dell’Operatore d’Orientamento buone competenze informatiche e la conoscenza di almeno una lingua comunitaria.
Formazione
Per diventare Operatore d’Orientamento non occorre avere un titolo di studio specifico. In previsione, però, di un’eventuale progressione professionale può essere interessante conseguire una laurea umanistica psico-pedagogica oppure giuridico-sociale. Ne sono un esempio facoltà come Scienze della formazione, Scienze e tecniche psicologiche, Scienze politiche, Sociologia, ma anche Filosofia, Lettere, e Giurisprudenza.
Così si finiscono di valutare anche tutte quelle Lauree che, magari, hanno un indirizzo dedicato all’orientamento. L’offerta formativa dovrebbe essere valutata attentamente, caso per caso. Spesso le denominazioni dei corsi di laurea sono attribuiti direttamente dalle università e non sempre gli indirizzi sono legati in modo specifico al titolo di laurea. Per questo motivo è consigliabile rivolgersi direttamente alle segreterie delle università oppure al sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per comprenderne in modo approfondito i percorsi formativi offerti dalle singole Università pubbliche o private.
Il non avere una laurea o averne conseguita una diversa da quelle prima indicate, non preclude comunque la possibilità di svolgere quest’attività. Sicuramente, sarà utile seguire dei corsi in comunicazione e/o specifici master per orientatori.
Perciò coloro che operano attualmente nell’area dell’orientamento hanno i più diversi titoli di studio o qualifiche professionali. Sono psicologi, insegnanti e assistenti sociali. Stabilire standard comuni è ormai una priorità assoluta, sostenuta da numerosi enti, fra i quali l’Isfol, e dalle associazioni del settore.
Professioni simili
Questa professionalità è inquadrabile tra tutti quei profili professionali legati a quello che è considerato orientamento di primo livello o orientamento informativo. Bisogna, però, fare una distinzione. Questa professione si discosta notevolmente da tutte quelle legate al solo fare informazione o offrire soluzioni.
Chi fa orientamento, a qualsiasi livello, deve sempre tener conto della relazione con la persona che ha di fronte, dei suoi interessi, valori e motivazioni. Deve cercare, quindi, costantemente di intercettare il reale bisogno della persona per fornirgli informazioni e servizi specifici alle sue necessità. Non è sufficiente rispondere solo alle domande, ma occorre anche fare domande per capire chi si ha davanti.